Come tutti i settori, anche quello della (tele)medicina ha bisogno di innovazioni che permettano di semplificare il lavoro e di dare alle persone la possibilità di accedere più facilmente ai servizi loro dedicati. Nello specifico, l'innovazione in questo settore riguarda soprattutto i servizi di cura e la consultazione e il monitoraggio dello stato di salute.
In Italia le prime linee di indirizzo nazionali per la telemedicina sono state create nel 2014, per arrivare nel 2020 alle indicazioni nazionali per le prestazioni di telemedicina adottate in seguito all’emergenza Covid-19. Proprio l’emergenza Covid-19 ha evidenziato, e accelerato, la necessità di strumenti alternativi per i servizi sanitari, ad esempio con la prima valutazione degli stati febbrili tramite termocamera integrata a infrarossi per il pre triage.
Il PNRR ha ulteriormente promosso la telemedicina con decreti specifici per supportare le Regioni nell’implementazione di servizi sanitari a supporto di pazienti cronici. Ma cosa cambia con la telemedicina?
Che cos’è la telemedicina
La telemedicina è l'erogazione di servizi sanitari a distanza che permette ai pazienti di ricevere assistenza medica grazie all'utilizzo di videochiamate e applicazioni mobili senza dover necessariamente recarsi in studio o in ospedale.
Le necessità emergenti che trovano risposta nella telemedicina sono:
- L’accessibilità
In molte aree rurali o isolate, l'accesso ai servizi medici può essere limitato. La telemedicina permette ai pazienti in queste regioni di consultare specialisti senza dover viaggiare grandi distanze. - L’efficienza
Riducendo la necessità di spostamenti, la telemedicina può aumentare l'efficienza delle cure, riducendo i tempi di attesa e ottimizzando l'uso delle risorse mediche. - Le emergenze sanitarie
Durante crisi sanitarie globali, come la pandemia di COVID-19, la telemedicina ha permesso di mantenere la continuità delle cure riducendo il rischio di contagio.
Prima della telemedicina
Prima della telemedicina il sistema sanitario si basava su metodi tradizionali di assistenza in presenza e le cure sono sempre state prestate dai medici in ospedale, in studio o a domicilio. In alcuni casi i medici hanno offerto (e offrono tutt’oggi) consulenze telefoniche, senza avere però la possibilità di esaminare visivamente il paziente o di condividere immagini e dati utili in tempo reale.
La gestione dei dati sanitari, fino a non troppo tempo fa, è sempre stata cartacea e questo ha comportato una serie di limitazioni sia per i medici che per gli assistiti, tra cui l'impossibilità di accedere e archiviare i referti per potervi accedere in qualunque momento (senza contare il rischio di perdita di informazioni).
Implementare nuove tecnologie per svecchiare consuetudini obsolete richiede sicuramente tempo e un sistema in grado di accogliere le innovazioni e i relativi strumenti per poterli integrare in nuovi processi. I 53 stati membri hanno seguito l’accelerazione del periodo pandemico iniziando a investire, ciascuno secondo regole diverse, nella salute digitale dei propri Paesi. Ma come stanno sfruttando la tecnologia? A questa domanda ha di recente risposto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicando un report frutto dell’analisi dei dati sulla salute digitale europea raccolti tra aprile e ottobre 2022.
A due anni dalla prima ondata di Covid, i dati ci dicono che la medicina sta proseguendo la sua strada verso l’innovazione distinguendosi positivamente per quanto riguarda alcuni aspetti specifici.
Lo stato di salute digitale dell’Italia secondo l’OMS
Il rapporto dell’OMS a cui si fa riferimento è “Exploring the digital health landscape in the WHO European Region: digital health country profiles”. Si tratta di una sintesi di come i paesi membri della Regione Europea dell’OMS stanno sfruttando la tecnologia a favore di processi e servizi digitali per l’accessibilità dei servizi sanitari e per agevolare le persone nella cura e nella consultazione e monitoraggio di informazioni sulla propria salute.
Dal report emerge come ogni paese implementi le proprie soluzioni con ritmi e modalità diverse. L’Italia porta avanti strategie di salute digitale unicamente con finanziamenti pubblici. Il dato più confortante riguarda il sistema di gestione delle cartelle cliniche elettroniche / fascicolo sanitario elettronico (EHR/FSE) con il 57% di istituzioni italiane che possono accedervi. Per i medici vuol dire poter consultare facilmente e in modo sicuro le informazioni mediche dei pazienti. Per i pazienti, di poter avere un sistema di archiviazione e consultazione delle proprie informazioni di salute accessibile in qualunque momento.
Inoltre, si stanno compiendo notevoli passi avanti per quanto riguarda i programmi di telemonitoraggio per la gestione delle malattie croniche. Un ulteriore dato positivo riguarda l’adeguamento dei sistemi con l'introduzione e l’adozione delle prescrizioni digitali, che ottimizzano la gestione dei farmaci, e l'uso dei Big Data.
Anche le cosiddette mHealth, applicazioni mobile, stanno promuovendo un accesso facilitato alle cure migliorando i tempi di assistenza sanitaria.
Tecnologie immersive in campo medico
Tra le innovazioni che possono agevolare il lavoro e la formazione dei medici, oltre che migliorare l'assistenza ai pazienti e la loro esperienza sanitaria, ci sono senza dubbio la realtà aumentata e gli smart glasses.
Gli smart glasses hanno il potenziale di trasformare il modo in cui i professionisti sanitari lavorano, consentendo loro di svolgere compiti precedentemente impossibili, come accedere ai dati dei pazienti in tempo reale durante interventi chirurgici o effettuare consultazioni a distanza. Questo aiuta a ridurre gli appuntamenti in presenza, alleggerendo l’affluenza nelle strutture ospedaliere e limitando lo spostamento di persone che avrebbero difficoltà a spostarsi fisicamente.
Ne è un esempio Eye4Care la piattaforma collaborativa Sourcesense per smart glasses (disponibile anche su smartphone) che sfrutta le potenzialità della tecnologia wearable e AR per aumentare l’efficienza di visite e procedure sanitarie.
Eye4Care, infatti, nel pieno rispetto della clinical collaboration garantisce attività di
- Televisita, con l’interazione a distanza tra medico e paziente per visite di controllo, prescrizione di farmaci o cure. Il medico può collegarsi in tempo reale per valutare lo stato dei suoi assistiti.
- Teleconsulto, con diagnosi o scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente. Il medico può collaborare a distanza con altri specialisti e scambiare consigli sulla base di informazioni mediche legate alla presa in carico del paziente.
- Tele cooperazione sanitaria, con l’assistenza remota da parte del medico al personale impegnato in una prestazione sanitaria. I pazienti possono accedere a un'area a loro dedicata, nella quale visualizzare la documentazione messa a disposizione dal presidio medico e ricevere indicazioni puntuali attraverso delle chat strutturate. I pazienti/caregiver, inoltre, hanno la possibilità di mettersi in contatto in tempo reale o in modalità asincrona con gli specialisti di ogni area.
Usata su smart glasses con comandi vocali Eye4Care permette di concentrare l’attenzione sul paziente e sulle operazioni da svolgere.
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