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Infrastructure as Code

Infrastructure as Code: cos’è e perché velocizza il tuo business

L’infrastruttura IT, fatta di macchine server, storage, networking, fornisce le fondamenta per consentire un fluido e affidabile funzionamento delle applicazioni software aziendali. Oggi però, per riuscire a gestire le moderne applicazioni Cloud Native, le infrastrutture IT risultano molto più distribuite e complesse rispetto al passato: per semplificare il loro provisioning nei vari ambienti di sviluppo, test, produzione, gli amministratori di sistema e gli sviluppatori hanno quindi progressivamente adottato una pratica IT nota come “Infrastructure as Code”, o IaC 

 

Cosa s’intende con Infrastructure as Code 

Con la definizione Infrastructure as Code si fa riferimento a una modalità di provisioning e amministrazione che, invece di adottare processi manuali, definisce, attraverso la scrittura di codice, come l’infrastruttura dovrà essere dispiegata nei vari ambienti. In questo modo, l’approccio IaC automatizza il provisioning dell’infrastruttura, consentendo di creare configurazioni riproducibili, distribuibili e modificabili in maniera rapida ed efficiente, in ambienti cloud e on-premise anche molto complessi ed estesi. La modalità con cui il codice viene scritto, utilizzando moduli e file di configurazione, segue essenzialmente due strade: il metodo dichiarativo e il metodo imperativo. Nel metodo dichiarativo l’utente deve solo definire quali requisiti finali dovrà avere l’infrastruttura: sarà poi lo strumento, o la piattaforma IaC, a gestire i vari step intermedi per ottenerli. Nell’approccio imperativo, occorre invece specificare in dettaglio le operazioni da compiere, in sequenza, per ottenere un determinato stato dell’infrastruttura.     

 

Infrastructure as Code, i vantaggi nell’attività per le aziende 

La pratica Infrastructure as Code è applicabile, senza limitazioni, sia alle risorse IT basate su cloud, sia alle risorse on-premise. Le organizzazioni IT che applicano l’approccio IaC ottengono benefici di efficienza e agilità nel dispiegamento dell’infrastruttura informatica. Quest’ultima oggi dev’essere più che mai solida, ma anche flessibile, soprattutto per supportare, in prospettiva, lo sviluppo crescente di applicazioni Cloud Native molto complesse, distribuite, dinamiche, in continua evoluzione, e sempre più al centro dell’attività imprenditoriale di molte imprese. Di seguito, almeno tre vantaggi raggiungibili adottando l’approccio IaC. 

Configurazioni automatizzate e controllo dei costi. A prescindere dalla tipologia di ambiente IT, il vantaggio chiave dell’approccio Infrastructure as Code, come accennato, è l’automazione. Nelle organizzazioni IT dove ancora si seguono pratiche di configurazione manuale dell’infrastruttura, i team del reparto sviluppo e quelli preposti alla gestione delle operazioni IT, tipicamente, spendono molto tempo nell’impostazione dell’hardware e del software (server, sistema operativo, database, applicazioni) su ogni singola macchina. Automatizzare e velocizzare tali compiti, ripetitivi e tediosi per gli esseri umani, permette di ridurre tempi e costi di configurazione e attivazione dell’infrastruttura, e di accelerare ogni fase del ciclo di sviluppo e distribuzione del software. Senza contare che la mente degli sviluppatori e degli amministratori di sistemi può essere occupata da altre attività, in grado di valorizzare maggiormente le loro capacità.   

Ambienti IT coerenti e riduzione degli errori. I processi di configurazione e modifica manuali sono soggetti a errori, possono non seguire procedure standard, e non essere tracciati in maniera sistematica: tutto ciò nel tempo conduce alla proliferazione incontrollata di ambienti di sviluppo, test, produzione incoerenti, e di infrastrutture configurate diversamente rispetto allo stato atteso. Quando la deriva delle configurazioni (configuration drift) aumenta, il rischio è ottenere applicazioni instabili. La pratica Infrastructure as Code consente di ridurre questi problemi, e mantenere ciascuna infrastruttura e configurazione nello stato desiderato, controllando il “configuration drift” e dispiegando sistematicamente le varie configurazioni in maniera coerente e riproducibile, anche quando gli ambienti raggiungono grandi dimensioni ed elevati livelli di complessità.   

“Single source of truth” per i file di configurazione. Adottando l’approccio Infrastructure as Code, sviluppatori e amministratori di sistema sono in grado di gestire le versioni dei file di configurazione in maniera simile a come amministrano il controllo di versione (versioning) del codice sorgente. Gli strumenti IaC permettono di evitare errori e perdite di tempo, grazie alla possibilità di fare affidamento su una sola fonte dati attendibile, capace di fornire completa visibilità e tracciabilità su ogni operazione e su ciascuna modifica delle configurazioni.


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