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Progetto di Realtà aumentata per astronauti

Per rendere più autonomi gli astronauti nella manutenzione senza il controllo da Terra, la Nasa sta sviluppando il progetto T2 Augmented Reality (T2ar). Avviato ad aprile, questo nuovo approccio combina le opportunità dell’AR con gli smart glasses dotati di un software di monitoraggio delle procedure realizzato dalla Nasa.

Finora, le attività di un astronauta in orbita hanno richiesto il supporto continuo dal controllo missione sulla Terra. Con le nuovi missioni su Marte e sulla Luna, tuttavia, le comunicazioni saranno più difficili a causa della maggiore distanza dalla terra.

Gli astronauti, grazie alla Realtà aumentata, potranno quindi essere autonomi nelle ispezioni e nelle riparazioni delle componenti, specie quando non avranno il supporto delle squadre a Terra.

Cos’è il progetto T2 Augmented Reality

T2ar è stato avviato ad aprile, con l’astronauta Jaxa Soichi Noguchi che aveva il compito di eseguire la manutenzione sul tapis roulant T2 della Stazione Spaziale Internazionale.

Prima di questo progetto testato da Noguchi, gli astronauti seguivano le indicazioni su un documento Pdf, accessibile sia da Pc che Tablet. La procedura creava, però, delle difficoltà, specie in ambienti ristretti.

Con T2ar della Nasa, Noguchi ha usato gli smart glasses per AR di Microsoft HoloLens. Ha effettuato così da solo le operazioni di manutenzione e riparazione real time. Non ha avuto, quindi, bisogno della supervisione del Mission Control di Houston né del computer. E i tempi d’intervento si sono ridotti.

Nello specifico, spiegano dalla Nasa, gli occhiali intelligenti si servono dei segnali direzionali 3D per dirigere lo sguardo dell’astronauta verso l’obiettivo. I wearable device mostrano le istruzioni per tutta la procedura. Il sistema fornisce anche informazioni aggiuntive per migliorare l’intero processo, come ad esempio istruzioni verbali e video didattici.

La Realtà aumentata per gli astronauti: missioni future

Oltre a Noguchi, hanno sperimentato il progetto T2ar anche l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Thomas Pesquet e la collega della Nasa Megan McArthur.

Per il momento, questo progetto della Nasa che combina AR con smart glasses, sarà usato solo per i tapis roulant. Tuttavia, l’innovazione tecnologica a supporto delle missioni spaziali sta puntando su questo nuovo approccio che potrebbe essere adoperato per la manutenzione di altre apparecchiature. Come anche dagli astronauti che viaggiano sulla Luna o su Marte.

E qui entrano in gioco le missioni future e le procedure che devono assicurare autonomia agli astronauti quando le comunicazioni non saranno più così semplici.

Infatti, il contatto tra l’equipaggio della ISS e la Terra rimbalzano da un satellite di rilevamento e trasmissione dati a un altro, mentre la stazione orbita a circa 250 miglia sopra la Terra. I ritardi nelle comunicazioni, quindi, sono molto piccoli.

Ma con le nuovi missioni della Nasa, la distanza dalla Terra sarà più ampia. Il ritardo nelle comunicazioni sarà quindi maggiore.

AR e VR per gli astronauti: migliori performance

Gli astronauti, qualora non riuscissero ad avere l’assistenza del personale da Terra, devono essere autonomi nell’effettuare la manutenzione e le ispezioni. In questo modo infatti assicurano che i veicoli spaziali funzionino al meglio.

Task che, con la Realtà aumentata e smart glasses, saranno svolti in tempi più rapidi. Le performance degli astronauti miglioreranno. Inoltre, si potranno perseguire gli obiettivi scientifici della missione anche senza l’assistenza del Mission Control.

Ma c’è di più, come ha affermato Bryan Dansberry del Johnson Space center della Nasa: “La Stazione Spaziale è la piattaforma perfetta per testare i sistemi AR e perfezionare questi strumenti in modo che siano pronti quando i futuri astronauti ne avranno bisogno. Questi test, inoltre, saranno presto gestibili in remoto da diverse località nel mondo e renderanno più semplice la vita nello spazio».

AR e Realtà virtuale sono usate da tempo per migliorare la vita degli astronauti, con tanti progetti. Tra questi Pilote che, usando la VR con modelli di interazione basati su feedback tattili e movimento simulato, monitora il funzionamento di bracci robotici e veicoli spaziali.

Dai risultati del controllo dei robot potrebbero emergere dati importanti per rendere più ergonomiche le postazioni di lavoro sulle astronavi e nuovi veicoli spaziali per le missioni su Marte e Luna.

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