Soprattutto nell’attuale contesto di intensa e continua trasformazione digitale, una gestione delle infrastrutture digitali efficace ed efficiente risulta cruciale per realizzare prodotti e servizi di successo, e per innovare i modelli di business delle organizzazioni nei differenti settori industriali.
Le infrastrutture sono costituite da hardware, software, apparati di networking, storage e servizi di supporto delle operazioni IT. Data center, server, componenti di rete, piattaforme e servizi digitali richiedono costanti attività di pianificazione, manutenzione e ottimizzazione delle risorse, necessarie per garantire un fluido e stabile funzionamento delle infrastrutture.
Molte sfide di gestione delle infrastrutture
Oggi la gestione delle infrastrutture è resa particolarmente complessa dalla prevalenza di sistemi IT sempre più distribuiti, dalla costante evoluzione del software, dai processi di migrazione dei sistemi verso il cloud, ma anche dalle iniziative di “cloud repatriation”, che riportano applicazioni e dati on-premise. Nonostante l’esistenza di infrastrutture complesse e distribuite, una sfida chiave è riuscire ad amministrare le risorse IT in maniera agile e flessibile attraverso gli strumenti di automazione, riconfigurando rapidamente sistemi e servizi e soddisfacendo di volta in volta i requisiti di prestazioni e scalabilità delle diverse applicazioni.
Necessità di forti competenze tecniche e metodologiche
Per rispondere alle molteplici sfide di gestione delle infrastrutture, i progressi compiuti in questi anni nel mondo del software hanno portato alla diffusione negli ambienti IT aziendali di approcci tecnologici come la virtualizzazione, la containerizzazione, le applicazioni cloud-native, le pratiche “infrastructure as code” (IaC) per il provisioning delle risorse, le metodologie moderne di sviluppo e distribuzione del codice basate su paradigmi come Agile e DevOps, l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e del machine learning (ML).
La gestione delle infrastrutture IT moderne fa leva su tutti questi approcci, e impone quindi alle imprese di possedere, o sviluppare, adeguate competenze tecniche e metodologiche in campi multidisciplinari. Competenze che vanno mantenute e aggiornate nel tempo, in rapporto alla continua evoluzione del software, e che non necessariamente fanno parte del core business di una data organizzazione.
Affrontare la gestione delle infrastrutture con partner tecnologici specializzati
Data la ricchezza delle competenze richieste, nei progetti di miglioramento e innovazione della gestione delle infrastrutture IT, la scelta dei partner giusti risulta determinante per implementare nel modo migliore tecnologie, strumenti, piattaforme, applicazioni, metodologie di lavoro.
Nella gestione delle infrastrutture, affidarsi a un partner come Sourcesense significa scegliere una società che da sempre ha la missione di utilizzare il software open source (area in cui possiede varie certificazioni, tra cui quelle per la piattaforma open source di orchestrazione container Kubernetes) per la realizzazione di soluzioni innovative dedicate al mondo enterprise. Inoltre Sourcesense è specializzata in soluzioni per lo sviluppo di applicazioni cloud-native, ed è Advanced Business Partner e Container Platform Specialist di Red Hat, una società globale, che, come Sourcesense, adotta il modello di sviluppo open source per creare software enterprise. Nell’esperienza di Red Hat, un modello di sviluppo aperto aiuta a realizzare tecnologie più stabili, più sicure e innovative.
Competenze certificate
Nel corso del tempo, il team di Sourcesense ha ottenuto varie certificazioni, tra cui due sono particolarmente importanti: la certificazione RHCSA (Red Hat Certified System Administrator) fornisce competenze di amministrazione dei sistemi necessarie negli ambienti RHEL (Red Hat Enterprise Linux) e la certificazione Red Hat Certified OpenShift Administrator assicura le conoscenze e capacità richieste per creare, configurare e gestire una piattaforma applicativa cloud native utilizzando Red Hat OpenShift.
Adottando OpenShift, Sourcesense ha realizzato, partendo da zero, infrastrutture per diversi clienti, implementando cluster in vari ambienti. In particolare, Sourcesense gestisce l’intero stack tecnologico di OpenShift, dagli ambienti di sviluppo e collaudo, a quelli di produzione. Le competenze si estendono dalla fase di installazione a quella di post deployment. Ciò include il supporto e l’aggiornamento dei cluster OpenShift, una piattaforma che negli anni si è molto evoluta, con la transizione dalla versione 3 all’attuale 4.
Un aspetto evolutivo, nelle nuove versioni di OpenShift, riguarda il cambio di paradigma avvenuto con l’introduzione degli Operator, che oggi costituiscono lo strumento chiave per la gestione del cluster OpenShift di versione 4.
In questo quadro tecnologico, possedere competenze non solo nell’installazione del software, ma anche nella manutenzione della piattaforma applicativa, dei tool, e degli ambienti clusterizzati, si rivela fondamentale. Oltre a ciò, il team di Sourcesense, in aggiunta ai ruoli di manutentore e amministratore, include anche le figure di sviluppatore e utilizzatore dei vari prodotti, OpenShift e Ansible.
Dal deployment applicativo all’automazione dell’IT
Nell’area della containerizzazione applicativa, OpenShift si posiziona come una piattaforma applicativa di orchestrazione container in ambienti multicloud e on-premise basata su Kubernetes. OpenShift fornisce tutte le funzionalità chiave di Kubernetes, ma in aggiunta dispone di altri strumenti e componenti che la rendono enterprise-ready, quindi già collaudata, certificata e pronta per l’implementazione con alcune categorie di hardware e software. In particolare, Red Hat OpenShift AI è una piattaforma che può aiutare le organizzazioni a distribuire in maniera agile e sicura nel cloud ibrido applicazioni basate su AI, fornendo la scalabilità necessaria grazie all’addestramento dei modelli.
Nel campo dell’automazione, Ansible Automation Platform (AAP) permette di superare i limiti della manutenzione manuale dell’infrastruttura, e di implementare l’automazione in maniera omogenea e unificata nei diversi ambienti e scenari applicativi, creando una base robusta per l’integrazione della AI. In AAP Red Hat ha aggiunto ulteriori personalizzazioni e funzionalità enterprise. In particolare, la classica dashboard che si rinnova: l’interfaccia grafica è come sempre facilmente utilizzabile, non solo dagli amministratori, e consente ora di gestire Ansible Core in modalità centralizzata e con la massima sicurezza.